venerdì, 29 Marzo 2024
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IL MUSEO EGIZIO DEL CAIRO – prima parte

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Qualche mese fa ho avuto la possibilità di visitare il Museo Egizio del Cairo con alcuni membri del team EuroTeCH-Erasmus+, constatandone, ahimè, il grave stato di mantenimento a causa dello spostamento delle maggiori collezioni nell’erigendo Grand Egyptian Museo (GEM), sempre al Cairo.

Vediamo come è nato il museo.

Ritratto di Auguste Mariette

La figura di Auguste Mariette, egittologo e curatore del Louvre, è stata determinante per la nascita di una coscienza storica nell’Egitto moderno. A lui si deve la formazione di un primo nucleo museale di antichità egizie sul suolo egiziano e la costituzione del Servizio delle Antichità, al fine di monitorare quel mercato selvaggio di antichità faraoniche che i diversi paesi e collezionisti privati europei andavano creando, in molti casi distruggendo monumenti senza alcun rispetto.

La spedizione napoleonica in Egitto con i suoi savants (scienziati), tra gli anni 1798 e 1801, da un lato ha inaugurato la nascita dell’Egittologia scientifica, dall’altro ha dato il via, in Europa, a una vera e propria caccia alle antichità egizie, divenendo una deleteria moda-mania e che ha portato alla creazione di importanti collezioni ufficiali e anche private praticamente in tutti i paesi europei, vero e proprio vanto dei governi dell’epoca.

Mariette è stato  il primo direttore del Service des Antiquités de l’Egypte, organismo istituito nel 1858 con il preciso compito di sovrintendere e promuovere gli scavi archeologici in tutto l’Egitto, a preparare personale specializzato, controllando il lavoro delle missioni straniere e aprendo contemporaneamente cantieri indipendenti e altrettanto scientifici.

Con il Service veaivano inoltre costantemente monitorati i reperti antichi recuperati e quelli che potevano uscire dall’Egitto, soltanto previa autorizzazione. Qualche anno dopo, nel 1863, è stato ufficialmente inaugurato dal viceré dell’Egitto, Ismail Pasha, il Museo Egizio del Cairo, fortemente voluto e sostenuto da Mariette, convinto che l’Egitto dovesse salvaguardare dalla distruzione e conservare le proprie vestigia, al riparo da bramosie straniere e depredazioni selvagge.

Per circa un secolo il Direttore del Servizio delle Antichità ebbe anche la carica di Direttore del Museo del Cairo.

Museo di Bulaq

Il primo nucleo museale, alloggiato in un edificio della vecchia Compagnia Fluviale, nel quartiere di Bulaq, è andato vertiginosamente ad aumentare grazie agli scavi archeologici e a una politica di salvaguardia attenta.

Il pericolo continuo di allagamento del Museo di Bulaq, a causa delle inondazioni del Nilo e la crescita esponenziale dei suoi reperti, hanno spinto la Direzione dapprima a spostarlo a Giza, nel 1890, in un palazzo messo a disposizione dal viceré, poi a progettare ad hoc l’attuale edificio di Qasr el-Nil, inaugurato ufficialmente nel 1902, sotto la direzione del successore di Mariette, Gaston Maspéro.

Questo nuovo museo dallo stile classico, progettato del francese Marcel Dourgnon, che vinse una gara internazionale molto accesa, ha ospitato, fino a qualche mese fa, circa 150.000 reperti esposti al pubblico e circa 30.000 altri pezzi conservati nei magazzini.

Il percorso espositivo, che si snoda tutto intorno a un salone centrale, segue un itinerario cronologico al piano terra mentre, al piano superiore, procede secondo un ordine tematico e per contesti archeologici: corredo di Tutankhamon, corredo di Yuya e Tuya, tesori di Tanis, ritratti del Fayum, gioielli, sarcofagi, divinità, vita quotidiana, corredi funerari, mummie, papiri e ostraca.

Le continue scoperte, nel corso del tempo, portarono a cambiamenti nell’allestimento originario e alla creazione di nuovi settori: dai gioielli delle principesse del Medio Regno rinvenuti nel 1894 e poi nel 1914, si aggiunsero il tesoro di Tutankhamon, che arrivò nel museo nel 1923, il corredo della regina Hetepheres, ritrovato nel 1925, i corredi regali da Tanis, scoperti nel 1939, i reperti da Tell el-Amarna, da Deir el-Medina, dal Favum, dalle ricognizioni in territorio nubiano a seguito del progetto per la costruzione della diga di Assuan, solo per citarne alecuni.

Non solo la bellezza dei reperti esposti hanno conferito un grande Fascino al Museo Egizio del Cairo, che resta uno dei più visitati al mondo, ma anche la sua impostazione espositiva di tipo ottocentesco; sono stati proprio i suoi ambienti ricolmi, in certo modo caotici, che hanno raccolto monumenti straordinari, quasi fossero stati velocemente accatastati, a conferirgli un aura unica al mondo, che in parte sarà sacrificata a favore del nuovo GEM.

Anche i giardini tutto intorno all’edificio, immerso nel caos del traffico cairota, rappresentano un “museo all’aperto”, unico nel suo genere, dove è possibile ammirare importanti reperti di grandi dimensioni. Qui giacciono le spoglie di Mariette, tra gli amati monumenti, per i quali tanto si era prodigato.

Per la pubblicazione dei pezzi del Museo del Cairo si è adoperato, fin dal principio, Maspéro che riconobbe l’importanza di una loro classificazione e di uno studio sistematico. E’ nato il Catalogue Général du Musée du Caire, che conta numerosi volumi, tutti editi da specialisti insigni, fonte indispensabile e inesauribile per l’approfondimento di tutti gli aspetti della civiltà egizia.

Nel 1900 Maspéro aveva già fondato gli Annales du Service des Antiquités, una rivista scientifica periodica con cui si diffondevano le notizie relative a scavi, restauri e studi in corso sul suolo egiziano. Questi strumenti preziosi sono stati, e sono ancora oggi, una spinta e un sostegno notevoli per gli studi di egittologia.

Prima di andare al GEM, facciamo questo viaggio…

— CONTINUA —

Daniele Mancini

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