giovedì, 28 Marzo 2024
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GESU’ E’ NATO IL 25 DICEMBRE?

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E’ un argomento spinoso, non archeologico, in cui ho deciso di avventurarmi dopo aver ascoltato, in una conferenza sul Natale e sul significato attribuito alla data del 25 dicembre, le parole di una cara amica, Benedetta Di Marzio, che non poche pulci ha messo nelle mie orecchie.

Lungi da me essere blasfemo e offensivo, ma il mio ateismo mi induce a cercare di confutare, molto semplicemente e senza alcuna pretesa, delle teorie sulla veridicità di questa data, quella appunto del 25 dicembre!

Partiamo subito forte: il Cristianesimo, come tutte le religioni create dall’uomo, è un’operazione di marketing molto avanzata, nata in un periodo storico europeo debole in cui le principali certezze degli uomini di allora, l’impero e l’autorità imperiale romana, erano in profonda crisi istituzionale in cui il lungimirante Paolo di Tarso, nato ebreo Saul, meglio conosciuto come San Paolo, si è buttato a capofitto per infondere una “nuova speranza”, generando un artificio politico abusando della credulità popolare!

Voglio essere concreto.  A suffragare la dimostrazione dell’esistenza storica di Gesù gli indizi abbondano: del Cristo troviamo ampia traccia, oltre che nei Vangeli canonici, anche in quelli apocrifi e pure nelle testimonianze di diversi autori non cristiani, tra i quali Giuseppe Flavio, Plinio il Giovane, Mara Ben Serapion, Luciano di Samosata, Celso e, dulcis in fundo, Tacito, il più grande storico romano! Senza dimenticare le oltre 300 profezie dell’Antico Testamento concernenti l’avvento di un “dominatore del mondo”, che spaventarono molto il re “fantoccio” Erode…

Riconosciuto, dunque, il Gesù Cristo come personaggio “storico”, verifichiamo come si è arrivati a festeggiare il Natale nel giorno del 25 dicembre.

Secondo l’interpretazione più ricorrente il “nostro”Natale deriva dal culto del Sol Invictus, rito pagano della nascita del sole, molto diffuso in tutto l’Impero romano già con il culto del dio Mitra o dello stesso Dio Sole (come era raffigurata la statua colossale di Nerone/Sole, posta prima nel sito del Tempio di Venere e Roma e poi al fianco dell’Anfiteatro Flavio).

Aureliano consacrò il tempio del Sol Invictus il 25 dicembre 274, in una festa chiamata Dies natalis Solis Invicti, ovvero Giorno di nascita del Sole Invitto, facendo del Dio Sole la principale divinità del suo impero e indossando egli stesso una corona radiata.

Questa festa divenne sempre più importante fino a quando Costantino, con un decreto del 7 marzo del 321, la definì il Giorno del Sole (Die Solis) e lo caratterizzò come giornata dedicata al riposo.

Nel 330 sempre Costantino decretò per la prima volta il festeggiamento cristiano della nascita di Gesù e lo fece coincidere proprio con la festività pagana del Sol Invictus: Il Natale Invitto divenne cosi’ il Natale Cristiano, il 25 dicembre. Nel 337 Papa Giulio I ufficializzò, convenzionalmente, la data del Natale da parte della Chiesa e per oltre un secolo le due festività, la pagana e la cristiana, subirono una pericolosa commistione religiosa.

L’ipotesi suindicata è stata però smentita dallo studioso ebraico Shemarjahu Talmon (venuto a mancare nel 2010), della Hebrew University of Jerusalem che, nel 1958, realizzò uno studio molto accurato sui calendari ebraici.

Gli affascinanti ma frammentari e scarsamente documentati resti dei Rotoli di Qumran sul calendario confermano che la comunità ebraica del Mar Morto, molto probabilmente Esseni, seguiva un calendario solare di 364 giorni, in contrapposizione al calendario lunare di 354 giorni usato dai sacerdoti del Tempio a Gerusalemme e ancora seguito dagli Ebrei di oggi.

I calendari divergenti hanno portato a visioni radicalmente diverse sul cosmo e, cosa più importante, sui tempi delle feste annuali ebraiche. Il calendario solare di Qumran, come sosteneva Talmon, era una causa importante, forse la più importante, della separazione della Comunità di Yahad dal giudaismo tradizionale.

Talmon ha, dunque, raffrontato quanto scrive Luca nel suo Vangelo e il Libro dei Giubilei, uno dei testi rinvenuti fra i Rotoli del Mar Morto.

Il Libro dei Giubilei, detto anche Piccola Genesi, è un testo della tradizione ebraico-cristiana considerato canonico dalla sola Chiesa copta e apocrifo dalle rimanenti confessioni cristiane. È opinione comune che il testo originale sia stato redatto in ebraico alla fine del II secolo a.C. da un uomo che visse in prima persona gran parte dei tragici eventi che segnarono quel secolo, dalle lotte maccabaiche alla distruzione di Sichem.

Il Libro dei Giubilei espone la storia del mondo dalla creazione all’esodo, suddividendola in giubilei di 49 anni, a loro volta divisi in sette serie di sette anni ciascuno, secondo il Calendario Giubilare, in uso fra gli Esseni.

Talmon ha confermato che il Calendario Giubilare aveva come obiettivo quello di indicare con precisione le date delle feste religiose e dei giorni sacri da rispettare, ma anche quello di ribadire l’unicità di Israele in quanto Popolo dell’Alleanza. Talmon in base a questo calendario afferma che la nascita di Gesù sia avvenuta proprio a fine dicembre!

La sua analisi comincia con il Vangelo di Luca, quando parla di Zaccaria ed Elisabetta, che era cugina di Maria. “Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa ed aveva in moglie Elisabetta. Non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel Tempio per fare l’offerta dell’incenso. Allora gli apparve un Angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. L’angelo gli disse: Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì”.

Luca dunque in questo brano ci dice che: 1) Zaccaria era un Sacerdote della classe di Abijah (figlio di Roboam, Re di Giuda nel 900 a.C. circa); 2) al rientro dal suo servizio sacerdotale sua moglie Elisabetta rimase incinta.

All’epoca, le Caste Sacerdotali erano divise in 24 gruppi e dovevano prestare il servizio liturgico al Tempio due volte l’anno per una settimana, secondo cadenze fisse. La Classe Sacerdotale di Zaccaria era l’ottava. Secondo Talmon il servizio che Zaccaria fece al Tempio, in base al Calendario Giubilare, cadde nell’ultima settimana di settembre fra il 23 ed il 25. Dunque, Elisabetta rimase incinta alla fine di settembre: proprio il 23 settembre viene commemorato il concepimento di Elisabetta dalla Chiesa Ortodossa.

Il Vangelo di Luca ci riporta anche che: 1) Maria andò a trovare sua cugina Elisabetta mentre quest’ultima era in attesa di Giovanni che sarà Il Battista: “In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna, in fretta, e si diresse verso una città della Giudea. Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo”; 2) anche Maria in quel momento era in stato interessante. Elisabetta infatti così rispose a Maria: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!”; 3) Maria rimase presso Elisabetta 3 mesi: “Maria rimase con lei [Elisabetta] circa tre mesi, poi tornò a casa sua”; 4) l’Annunciazione fatta a Maria avvenne sei mesi dopo che Elisabetta era rimasta incinta: “Nel sesto mese [di gravidanza di Elisabetta] l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a unavergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe”.

Secondo Talmon: 1) Se Elisabetta era rimasta incinta a fine di settembre, Maria ebbe l’Annunciazione, e quindi rimase incinta, a fine di marzo. L’Annunciazione infatti le preannunciava il concepimento di Gesù: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”. Il 25 marzo corrisponde proprio con la commemorazione cristiana dell’Annunciazione; 2) se Maria rimase incinta alla fine di Marzo, partorì alla fine del mese di dicembre. I conti sembrerebbero tornare…

Non voglio annoiare i lettori sulla differenza della durata dei calendari ebraico ed esseno, rispettivamente di 354 e 364 giorni, periodicamente allineati con periodi “embolismici” (in greco antico, embolismo vuol dire “inserimento”). Desidero, però, far presente che il primo mese del calendario ebraico è il Tishrì, di 30 giorni, che cade tra i nostri settembre e ottobre. 

E’ necessario precisare qualcosa.

La casta sacerdotale di Zaccaria, gli Abijah, secondo il Libro delle Cronache della Bibbia, era responsabile di officiare i riti nel Tempio e rimanere piantonato alla veglia del Tabernacolo nell’ottava settimana, quindi alla fine del secondo mese dell’anno, lo Cheshvan, corrispondente a ottobre-novembre per il calendario gregoriano, forse la prima settimana di dicembre nel calendario esseno.

Dopo queste precisazioni, tutta la tesi proposta da Talmon sembrerebbe decadere e la nascita del Gesù cristiano cadrebbe a metà/fine febbraio!

Buon Natale, Buon 25 dicembre!

Daniele Mancini

Saturnalia

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