venerdì, 29 Marzo 2024
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ERUZIONI VULCANICHE CAUSANO PICCOLA ERA GLACIALE DI 13.000 ANNI FA

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Secondo uno studio di un docente della Texas A&M UniversityMichael Waters, direttore del The Center for The Study of the First Americans, e alcuni colleghi della Baylor University e della University of Houston, gli  antichi sedimenti trovati in una grotta del Texas centrale sembrano rispondere al perché la Terra si sia improvvisamente raffreddata, circa 13.000 anni fa, in una nuova era glaciale.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science Advances e i ricercatori, fino ad oggi, hanno sostenuto che il traumatico evento che avrebbe raffreddato la Terra di circa 3 gradi centigradi sia stato causato da un impatto con la Terra di una pioggia di meteoriti.

Waters e il suo team hanno scoperto che le tracce lasciate negli strati di sedimenti nella Hall’s Cave sono il risultato, invece, di eruzioni vulcaniche. Secondo Waters, la Hall’s Cave, situata nella zona collinare del Texas, ha un record di sedimenti che si estende per oltre 20.000 anni, identificati da ricerche iniziate nel 2017 grazie a un’unica opportunità di cooperazione multidisciplinare che indagata su una serie di temi fondamentali.

Come indicato, la teoria dell’impatto di meteoriti verificatosi verso la fine dell’ultima era glaciale, circa 13.000 anni fa, quando le calotte glaciali che coprivano il Canada si stavano sciogliendo, propone che si sia verificato un nuovo brusco raffreddamento che avrebbe spinto di nuovo l’emisfero nord in una nuova era glaciale per altri 1.200 anni.

All’interno della caverna sono presenti strati di sedimenti, identificati per la prima volta da Thomas Stafford dello Stafford Research Laboratories, in Colorado, risalenti al momento dell’impatto proposto che potrebbero identificare il fattore scatenante che avrebbe dato il via al nuovo raffreddamento. L’evento avrebbe anche contribuito all’estinzione di grandi mammiferi come mammut, cavallo e cammello che un tempo vagavano per il Nord America.

Alan Brandon, docente di geoscienze all’Università di Houston, ritiene che questo lavoro dimostra che la firma geochimica associata all’evento di raffreddamento non è unica e si è verificata quattro volte tra 15.000 e 9.000 anni or sono. Secondo Brandon, dunque, il fattore scatenante non sarebbe venuto dallo spazio ma si identifica in prove geochimiche che riflettono un periodo di grandi eruzioni vulcaniche.

Secondo il team, dopo l’eruzione di un vulcano, la diffusione globale di particelle espulse nell’atmosfera riflette la radiazione solare in arrivo e può portare a eruzioni post-raffreddamento globale per uno o cinque anni ancora, a seconda delle dimensioni e dei tempi dell’eruzione.

Il clima della Terra, dunque, potrebbe essere drasticamente peggiorato nel cosiddetto Younger Dryas, probabilmente a causa dello scarico della calotta glaciale nell’Oceano Atlantico del Nord, di una migliore copertura nevosa e da potenti eruzioni vulcaniche che potrebbero aver consentito un intenso raffreddamento dell’emisfero settentrionale.

Il team, inoltre, ha completato l’analisi isotopica dei sedimenti raccolti nella Hall’s Cave. Hanno scoperto che elementi come iridio, rutenio, platino, palladio e renio non erano presenti nelle giuste proporzioni, il che significa che una meteora o un asteroide non avrebbero potuto causare l’evento ma corrispondenti, invece, a quelli trovati nei gas vulcanici.

Le eruzioni vulcaniche, solitamente, causano il raffreddamento più grave vicino alla fonte dell’eruzione e nell’anno in cui si verifica, con ripercussioni minori negli anni successivi all’eruzione. Il raffreddamento dello Younger Dryas è durato circa 1.200 anni! Si ritiene, pertanto,  che l’eruzione vulcanica è un importante fattore di innesco, ma altri cambiamenti del sistema terrestre, come il raffreddamento degli oceani e una maggiore e continua copertura nevosa, hanno contribuito a sostenere questo periodo più freddo.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Fonte della storia: Texas A&M University

 

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