venerdì, 29 Marzo 2024
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EGITTO IN TOUR – SETTIMO GIORNO

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Settimo giorno in Egitto e non è quello del riposo dopo la creazione… Oggi, dunque, battaglia delle Piramidi, ehm…, visita al complesso di Giza e alla piramide di Saqqara, non prima di aver recuperato il giro al Museo egizio del Cairo saltato nel pomeriggio di ieri.

Prima tappa, quindi, al Museo egizio del Cairo di cui vi traccerò solo i tratti salienti perché ne parlerò in un articolo più approfondito, corredato da ampia galleria fotografica, al mio ritorno a casa, come accaduto per i grandi musei già trattati su questo blog.

Rispetto alle mia ultima visita al Museo del Cairo, oltre dieci anni fa, ho trovato un cambiamento abbastanza indecente: la costruzione del Grand Egyptian Museum, meglio noto come GEM, la cui apertura è prevista entro il 2020, ha reso l’edificio del museo in Piazza Tahrir una sorta di magazzino.

La maggior parte delle collezioni è ancora presente ma tutto esposto in modo confusionario, spesso senza un nesso logico o cronologico, spesso dentro cassa pronte per essere trasferite, a volte con un nugolo di operai che lavora più o meno alacremente per spostare, smontare, imballare i numerosi manufatti ancora presenti.

Il primo nucleo del museo venne aperto nel 1858 con le collezioni raccolte da Auguste Mariette, fino a giungere fino a 136.000 reperti esposti e, quelli rimasti,  sono comunque unici e potrebbero riempire o arricchire le collezioni di una decina di strutture altrettanto imponenti: tutte le dinastie, tutti i faraoni, tutti gli invasori sono catalogati tra i reperti esposti. A farla da padrone, il corredo funerario di un faraone quasi secondario, morto giovane e con una tomba modesta ma trovata ricca di oltre 10.000 reperti, Tutankhamon!

Espletata la fondamentale tappa del Museo egizio, il gruppo si reca sulla piana di Giza, dove Singe e Piramidi attendono migliaia di visitatori al giorno.

Cronologicamente saremmo dovuti andare prima a Saqqara ma, motivi logistici e in accordo con l’autista, abbiamo preso direzione Giza.

La maestosa Grande Piramide, quella di Cheope o Khufu, accoglie i visitatori di tutto il mondo ed è la  dell’intera necropoli di Giza: è l’unica delle sette meraviglie del mondo antico giunta fino a noi non in stato di rovina.

Imponente, maestosa, guardiana della necropoli, conferma quanto gli uomini siano stati ingegnosi anche in periodi che, in alcuni luoghi del mondo, non erano ancora presenti.

Al suo fianco, la non meno imponente Pirmide di Chefren che appare più alta di quella di Cheope perché venne costruita su uno zoccolo di roccia alto circa 10 metri. La sua altezza apparirebbe ancora maggiore se non fosse priva di parte della cima e del pyramidion. La la particolarità di essere l’unica piramide che conserva sulla sommità una parte della copertura in calcare bianco.

Di fronte a queste maestosità monumentali, la piramide di Micerino e la serie di piccole piramidi dedicate a figli e regine dei faraoni, apparirebbero quasi fuori contesto, invece rendono la bellezza dell’area come uno dei luoghi più interessanti del mondo.

Come bambini in preda a gioia irrefrenabile, il gruppo si dirige verso la sfinge per porgerle qualche domanda…

Le rituali fotografie scattate davanti all’enorme statua mitologica sdraiata con la testa di un uomo e il corpo di un leone si aggiungono  nel meraviglioso panorama. La sfinge è una statuaIl monumento probabilmente fu ricavato da un affioramento di roccia durante la costruzione delle Piramidi di Giza. La Grande Sfinge dovrebbe essere stata creata attorno al 2500 a.C., al tempo del faraone Chefren e si pensa che rappresenti il faraone stesso ed é posta davanti alla sua piramide, per proteggerla.

A est della Sfinge sorgono due templi, uno di fronte alle zampe anteriori, battezzato come Tempio della Sfinge, mentre l’altro, il Tempio a valle di Chefren, si trova accanto, in direzione sud. Entrambi sono stati costruiti con la medesima roccia del corpo della Sfinge, e per questo sono gravemente danneggiati dall’erosione.

Il giro delle grandi necropoli prosegue a Saqqara e la visita è incentrata sul più importante e famoso tra i complessi funerari dell’area, la piramide a gradoni di Djoser della III dinastia, considerata la più antica tra le piramidi e l’antesignana di quelle che diverranno poi, con la IV dinastia, le cosiddette piramidi perfette.

Rispetto a Giza, l’area non è in diretto contatto con la città, seppur in diretto contatto visivo tra loro. L’area era già stata originariamente prescelta da funzionari della I dinastia, che qui eressero le loro enormi màstabe e non furono pochi i Re dell’Antico Regno che scelsero questa necropoli per le loro sepolture, forse proprio per la vicinanza con la capitale Menfi.

La piramide a gradoni è circondata, come baluardo del complesso funerario, da un possente muro di cinta, alto circa dieci metri, edificato con il calcare della pietra locale. Il muro che delimita la superficie rettangolare di quindici ettari è decorato a lesene ed è dotato di quattordici false porte a due battenti.

L’atmosfera che si gode in questo luogo è diametralmente diversa rispetto alla caotica Giza: anche se gli spazi sono enormi, sembra tutto più raccolto, più dimesso, più necropoli, più luogo per il rispetto del culto dei morti e la grandiosità della piramide a gradoni testimonia, ulteriormente, quanto la caparbietà dell’uomo abbia sempre combattuto contro le leggi della fisica.

Per oggi è tutto, a domani, ultimo giorno di permanenza in Egitto e visita ad Alessandria.

Daniele Mancini

Piramidi

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