venerdì, 19 Aprile 2024
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EGITTO IN TOUR – SECONDO GIORNO

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Carissimi Amiche e Amici, secondo giorno “egiziano”, secondo giorno di emozioni.

La giornata inizia, dopo la colazione nel giardino dell’hotel, con il gruppo che si dirige a Tebe ovest, la “città dei morti”: l’incontro con i Colossi di Memnone, le colossali statue poste davanti al tempio di Amenothep III, quelle statue che sembrano accogliere la visita dei turisti nella loro severa postura, mi riempiono di irrefrenabile stupore, come se fosse il primo incontro.

La prima tappa è allo scavo della tomba della missione teatina/argentino/tedesca, la TT49, la Tomba di Neferhotep, primo scriba di Amon e Soprintendente del bestiame sacro, molto probabilmente durante i regni di Tutankhamon, Ay, Horemheb e agli inizi della XIX dinastia. Siamo nella Valle dei Notabili.

La visita/lezione, condotta dalla Prof. Oliva Menozzi e dalla prof. Violeta Pereyra dell’univesità di Buenos Aires, davanti ai zelanti funzionari del Supreme Council of Antiquities, illustra la storia archeologica degli scavi della tomba e di coloro a cui era destinata.

Le informazioni sono rese palpabili dalla visita all’interno degli ambienti: affreschi, rilievi, statue, un campionario di rappresentazioni artistiche invidiabile anche da un normale faraone.

I restauri degli affreschi condotti dall’Università di Colonia procedono speditamente e hanno messo in evidenza il notevole patrimonio pittorico caratteristico delle inumazioni egiziane, di quasi tutti i livelli sociali.

Il calore dei colori, l’intensità dei temi rappresentati, il sapore agro dolce dei materiali usati per il restauro, rendono ulteriormente accattivante la bellezza di un manufatto unico.

La visita è completata con la visione dei reperti recuperati dagli scavi in corso in altri ambienti del complesso tombale, grazie allo splendido lavoro dei colleghi archeologi: frammenti di mummie, frammenti di sarcofago in cartonnage, ceramica varia, ushabti, sono solo alcuni degli elementi portati alla luce dopo oltre tre millenni.

Completata l’accurata visita, la seconda tappa della giornata conduce il gruppo di archeologi presso il Tempio funerario di Hatshepsut, a Dei el-Bahari: seppur piacevolmente compromesso dai restauri quasi completi di ricostruzione, il tempio conserva un fascino unico.

Edificato alle pendici di un vallone roccioso, guardato a vista dalla piramide naturale composta dalla collina della medesima fattezza, Qurn, il tempio troneggia di fronte a Karnak, sull’altra sponda del Nilo, nelle mille sfaccettature che solo una regina-faraone come Hatshepsut ha saputo dare a questa tipologia di tempio.

Ripreso il van e il suo autista, la visita al villaggio operaio di Dei el-Medina, le sue tombe, il suo tempio tolemaico, costituiscono una tappa obbligata per una visita a Tebe ovest.

La semplicità delle costruzioni del villaggio, quella altrettanto misurata delle tombe degli operai, conducono il visitatore a una dimensione diversa rispetto alle visioni generate dalla visita di strutture destinate a individui di elevata classe sociale o agli stessi faraoni.

A questo si contrappone il riccamente decorato tempi o tolemaico posto a poca distanza. I sovrani tolemaidi si sono completamente immersi nella tradizione egiziana lasciando comunque spazio alle visioni artistiche della loro terra di origine: il risultato ottenuto è lo splendido tempio posto a Deir el-Medina.

Le ultime ore del pomeriggio, prima del rientro in albergo, sono concesse alla visita a tre delle tombe aperte ai turisti della Valle dei Notabili: la tomba TT56, quella di Userhat, Scriba reale sotto Amenhotep II, la TT57, di Khaemhat, Supervisore ai granai dell’Alto e Basso Egitto sotto Amenhotep III, la TT55, di Ramose, la spettacolare tomba con sala ipostila del Visir e del Governatore di Tebe sotto Amenhotep III e Amenhotep IV/Akhenaton. In questa tomba non mancano i riferimenti al faraone “eretico” e alla rappresentazione dell’unico dio Aton.

Quando il tramonto inizia il suo corso, anche il gruppo si ritira, stanco e soddisfatto, per recuperare le forze e temprarsi per un nuovo e lungo giorno.

A domani.

Daniele Mancini

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