giovedì, 18 Aprile 2024
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DALL’ALTOPIANO TIBETANO, L’ARTE RUPESTRE PIU’ ANTICA OPERA DI DENISOVIANI

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Un team internazionale di ricercatori ha individuato, già dal 2018, quella che potrebbe essere l’opera d’arte più antica realizzato dall’uomo: una sequenza di mani e impronte scoperte sull’altopiano tibetano. Le decorazioni di arte rupestre risalirebbero, infatti, al Medio Pleistocene, tra 169.000 e 226.000 anni fa, tre o quattro volte più antiche delle famose impressioni rinvenute in Indonesia, Francia e Spagna.

Secondo Thomas Urban, ricercatore presso il College of Arts and Sciences, in collaborazione con il Cornell Tree Ring Laboratory, le decorazioni non sono state realizzate accidentalmente ed è possibile pensare ad un comportamento artistico, un comportamento creativo, qualcosa di distintamente umano, forse avvenuto cronologicamente troppo presto.

Il progetto è stato guidato da David Zhang, della Guangzhou University, in collaborazione con i ricercatori della Bournemouth University, Xi’an Jiaotong University, Education University of Hong Kong, Institute of Geology e University of Minnesota. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Bullettin.

Il coinvolgimento di Urban con il gruppo è nato dai suoi continui sforzi nello  studiare le impronte umane e animali nel White Sands National Park. nel New Mexico, un modo per comprendere i comportamenti degli ancestrali ominidi.

La meravigliosa decorazione rupestre è stata rinvenuta su un promontorio roccioso a Quesang,  sull’altopiano tibetano, nel 2018. Una serie di cinque impronte di mani e cinque impronte simmetriche sono state impresse sul calcare bagnato dall’acqua dolce, proveniente da una vicina sorgente termale, poi nel tempo calcificato.

Urban ritiene che se la decorazione includa impronte di mani suggerisce che siano un elemento importante della comunicazione umana, dalle pitture tibetane a quelle presenti sulle pareti delle caverne di altri luoghi nel mondo: la più antica pittura rupestre con mani è stata rinvenuta sull’isola indonesiana di Sulawesi e nella grotta di El Castillo in Spagna, risalenti tra i 40.000 e i 45.000 anni; quelle di Chauvet, in Francia, sono addirittura “contemporanee”, databili a circa 30.000 anni or sono.

I collaboratori di Urban hanno utilizzato serie di datazioni all’uranio per determinare l’origine del pannello rupestre. Si ipotizza che i bambini che abbiano impresso le loro impronte avessero circa 7 anni e circa 12 anni. Più importante dell’età degli artisti, tuttavia, è la questione della loro specie. Una teoria, supportata da recenti resti scheletrici trovati sull’altopiano, sostiene che fossero Denisoviani, un gruppo di ominidi direttamente discendenti dai Neanderthaliani, sostenendo una delle prime occupazioni riscontrate sull’altopiano tibetano.

Il dibattito tra gli studiosi sfiora anche i temi prettamente artistici, se queste decorazioni di arte rupestre possano essere identificate come una specie di esibizione o una definizione più ampia di arte: Urban ritiene che dietro le pitture rupestri tibetane non ci sia nulla di utilitaristico ma qualcosa di giocoso, creativo, forse.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Cornell University

Denisoviani

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