venerdì, 29 Marzo 2024
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DAL BORNEO LE PIU’ ANTICHE PITTURE RUPESTRI

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I ricercatori della Griffith University hanno datato le pitture rupestri nel Borneo fino a 40.000 anni fa, dimostrando che queste opere enigmatiche sono tra i più antichi esempi di raffigurazione figurativa del mondo realizzati dall’uomo.

Questa importante riscontro sull’arte rupestre conferma che una delle più importanti espressioni nella storia della cultura umana non sia sorta in Europa e che gli artisti dell’era glaciale, nel Sud-Est asiatico, hanno avuto un ruolo chiave nel suo sviluppo.

A partire dagli anni ’90, le caverne nelle remote e aspre montagne del Kalimantan orientale, una provincia indonesiana del Borneo, sono note per rappresentare migliaia di raffigurazioni di mani umane, animali, segni e simboli astratti e motivi correlati.

Queste opere, quasi inaccessibili, sono ora conosciute per essere molto più antiche di quanto si pensasse in precedenza, secondo lo studio, pubblicato sulla rivista  Nature,  condotto dal professore associato della Griffith, Maxime Aubert, coadiuvato dagli studiosi del Centro nazionale di Ricerca archeologica indonesiano (ARKENAS) e al Bandung Institute of Technology (ITB).

Il team di Aubert ha stabilito la nuova datazione sulla base della radiodatazione all’Uranio238  sui campioni di carbonato di calcio raccolti nella caverna Kalimantan, fornendo le prime stime affidabili per il tempo approssimativo della produzione artistica rupestre.

Aubert scrive che la più antica immagine di arte rupestre datata è un grande dipinto di un animale, non identificato, probabilmente una specie selvaggia ancora presente nella giungla del Borneo, che è collocabile a circa 40.000 anni or sono, risultando la più antica opera figurativa conosciuta.

L’arte della raffigurazioni di mani umane di Kalimantan si è dimostrata simile, per età, a quella di altre civiltà, suggerendo che una tradizione di arte rupestre paleolitica apparve per la prima volta sul Borneo tra circa 52.000 e 40.000 anni fa.

I precisi sistemi di datazione indicano anche un grande cambiamento avvenuto all’interno di questa cultura circa 20.000 anni fa, dando vita a un nuovo stile di arte rupestre (inclusi i rari ritratti di umani), in un periodo in cui il clima globale dell’era glaciale era al massimo dell’espansione.

Le nuove scoperte mostrano come la storia dell’arte rupestre sia estremamente complessa. L’Europa è stata a lungo considerata il centro per lo sviluppo dell’arte delle caverne e, sebbene il Borneo sia la terza isola più grande della Terra, durante la maggior parte dell’era glaciale formò effettivamente la punta più orientale della vasta regione continentale dell’Eurasia, a 13.000 km dall’Europa attuale.

Secondo Adam Brumm, archeologo della Griffith, sembra che i due antichi distretti di arte rupestre siano sorte in un momento simile in angoli remoti dell’Eurasia paleolitica: una in Europa e una in Indonesia, all’estremità opposta del mondo glaciale.

Un articolo pubblicato su Nature nel 2014 da Aubert e Brumm ha rivelato al mondo nuove espressioni di arte rupestre nell’isola di Sulawesi, databili a circa 40.000 anni fa. Sulawesi si trova ai margini dell’Eurasia ed è un importante trampolino di lancio tra l’Asia e l’Australia.

Questa importante ricerca suggerisce che l’arte rupestre si sia diffusa dal Borneo in Sulawesi e in altri nuovi mondi, oltre l’Eurasia, forse arrivando con i primi gruppi umani a colonizzare l’Australia.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Griffith UniversityNature

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