venerdì, 19 Aprile 2024
Teate si racconta

AMORE A TEATE MARRUCINORUM

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ATTENZIONE: questo racconto contiene parole e situazioni violente o erotiche o di qualsiasi altra natura non adatte ad un pubblico di persone sensibili o comunque di età inferiore a 18 anni. La lettura da parte di utenti al di sotto della fascia indicata è VIETATA!


Le vicende della Teate Marrucinorum durante gli anni del regno dell’imperatore Tiberio sono, ormai, un motivo ricorrente dei miei racconti. Vi ho presentato diversi personaggi e una delle loro storie, “I Saturnalia a Teate Marrucinorum“, inedita su questo blog, è stata rappresentata teatralmente lo scorso inverno in una sede molto particolare, quella dei Tempietti romani di Chieti, anche con un discreto successo di pubblico. Oggi vi propongo una storia d’amore.

Tra i personaggi più ricorrenti vi è Gaio, schiavo del conductor delle terme di Teate MarrucinorumAulo Mario Alieno,  ormai quasi sposo di Ambrosia Domizia, ex schiava di Aurelia Nonia Corbulone, moglie del quattuorviro di Teate, potente magistrato dell’annona urbica, Sesto Lusio Corbulone.

Questa è la vicenda, la storia d’amore all’ombra della Capitale dei Marrucini, di Ambrosia e Gaio, prima amanti, poi innamorati, oggi sposi. Ma torniamo qualche tempo indietro, rispetto alla cronologia delle ultime storie raccontante, al periodo dello sbocciare del loro amore.

Teate Marrucinorum, nel bel mezzo del mese di Luglio dell’anno 866 A.u.c. Ab urbe condita, 866 anni dalla fondazione di Roma corrispondente al 113 d.C.), nel giorno 12, il IV Idvs, il giorno di commemorazione della nascita del Divo Giulio (Giulio Cesare, ndr), quando la calura estiva mai aveva colpito in questo modo la città, anche a memoria dei più anziani, e i cittadini di Teate decidono di trascorrere alcune ore nelle attività ricreative preferite.

La mattina è dedicata alle feste di commemorazione e dopo una lunga cerimonia nei templi del Foro, tutti sono liberi di trascorrere il resto della giornata tra i divertimenti all’Anfiteatro, offerti dai quattuorviri di Teate, i giochi d’acqua sul fiume Aternum, l’ozio alle terme, l’escursione sulle montagne alla ricerca dei santuari divini, la passeggiata sulla bianca spiaggia della costa marina, dove i giovani si corteggiano alla ricerca di un intenso momento d’amore.

Gaio e Ambrosia Domizia, hanno deciso di trascorrere il giorno di festa insieme: prima una cavalcata sulle colline teatine a controllare i vigneti del conductor delle terme, padrone di Gaio, Aulo Mario Alieno. Poi di corsa verso la spiaggia della costa, lontano dalla foce del fiume Aternum, piena di concittadini e conoscenti. Gaio conosce una piccola baia naturale, scarsamente frequentata, mentre Ambrosia ha preparato un sostanzioso cesto di vivande e di vino Falerno, che la sua nuova padrona, Cornelia Metella, la liberta moglie di Lucio Glabro Prisco, le ha regalato.

La condizione sociale di entrambi, la schiavitù seppur molto permissiva, non ha permesso loro di incontrarsi spesso, impedendo lo sbocciare di una possibile amore. Hanno un nido dove trascorrere le loro ore di passione senza i pressanti pensieri della loro quotidianità. E’ una cantina ben attrezzata di una piccola insula, vicino al teatro, che Gaio ha sistemato con un giaciglio con amore, degno delle matrone più influenti di Teate.

Oggi è la prima volta che si allontanano da Teate e che si incontrano di giorno. Gaio è abbagliato dallo sguardo di Ambrosia, i suoi occhi, al sole, sono penetranti più del solito e si confondono con il cielo terso che li circonda. Ambrosia ammira il corpo scultoreo di Gaio, frutto di anni di lavori manuali e rifinito dall’intenso uso del gymansium.

Non hanno avuto modo di parlare molto: il desiderio di unire i loro corpi ha prevalso su qualsiasi altro pensiero. Gaio ha molta cura di Ambrosia e l’accontenta sempre con un massaggio simile a quello con il quale si sono conosciuti e mille attenzioni pregne di ardore. Ambrosia, dal canto suo, non lesina carezze e baci al suo compagno di intime avventure. Nessuno dei due ha espresso considerazioni se esiste un serio sentimento d’amore, anche se entrambi desiderano formare una famiglia e riscattare al più presto la loro condizione di schiavitù.

Giunti sulla spiaggia, senza proferir parola, si avviano verso il bagnasciuga: la brezza marina smuove i capelli di Ambrosia e le leggere vesti di entrambi. La calda acqua di mare bagna i loro piedi concedendo un attimo di refrigerio. Dopo aver tolto le proprie vesti, Gaio afferra Ambrosia, le toglie delicatamente la tunica e la prende in braccio: già sente il profumo del suo corpo, quel profumo che ha ha imparato a riconoscere tra mille… Nudi, entrano in acqua, con le onde che bagnano i loro corpi e i loro capelli, con il vento che rende la pelle sensibile e i muscoli contratti, a contatto con l’acqua.

Si baciano intensamente: il seno di Ambrosia si strofina avidamente contro il petto di Gaio, il membro dell’uomo, nonostante la freddura iniziale, diventa turgido e desideroso. Ambrosia cinge le sue braccia al collo di Gaio e lui le solleva le gambe facendole passare attorno ai suoi glutei. Il membro penetra immediatamente il sesso di Ambrosia che con un lento movimento e con il vantaggio di trovarsi in acqua, riesce a essere fluido e poco faticoso.

Dopo intensi attimi di passione, entrambi escono dalle fresche acque e, affamati, aprono il cesto di Ambrosia: Gaio ne mangia voracemente tutte le prelibatezze e ingurgita una coppa di Falerno senza pensarci due volte. Il loro dialogo è ancora ridotto al minimo, nessuno dei due riesce a esprimere le sensazioni che il loro cuore ha già ampiamente messo in luce.

All’ombra di un enorme pineta, schiacciano un pisolino: Ambrosia si avvicina a Gaio e poggia il suo capo sul suo petto. Sente il battito del suo cuore, tranquillo, regolare e inizia a sognare, a fantasticare della vita futura. Li vede liberi, possessori di un’enorme villa ai piedi della collina di Teate, presso l’Aternum, dove enormi campi vengono occasionalmente bagnati dal limo dell’esondazione del fiume e, per questo, sono molto fertili.

Li vede con tanti bambini e tanti amici, ex schiavi come loro, che conducono gli affari della villa, ne lavorano i campi, ne governano il bestiame. Tanti bambini che, confusionariamente, seguono le lezioni del loro maestro greco, facendoli scrivere, con i propri stili, sulle tavolette di legno cerate, le pugillares.

A tempo debito, dovrà affrontare questi argomenti con Gaio: sente già, nello stomaco, degli strani brotolii…

Il riposo alla frescura della pineta ha risvegliato il membro di Gaio, ora turgido ed eretto, mentre è ancora addormentato. Ambrosia divertita e eccitata, lo afferra e lo porta nella sua bocca, iniziando a muovere freneticamente la lingua attorno al glande ingrossato. Questi, accorgendosi dei movimenti di Ambrosia, continua a far finta di dormire, emettendo comunque gemiti di intenso piacere.

Anche Ambrosia finge di non aver capito che Gaio è sveglio e continua a leccare e a muovere regolarmente la sua bocca sul membro del Suo uomo! Gaio non resiste e inizia ad accarezzare i lunghi capelli di Ambrosia ma, all’improvviso, glieli afferra violentemente e, con un frenetico movimento, muove il capo della donna sul suo membro. Ambrosia, eccitata, da questa provvida violenza, sposta il suo sesso sul viso di Gaio e iniziano un contemporaneo movimento di cunnilingus orale simultaneo.

Nessuno dei due intende fermarsi e proseguono fino a raggiungere, insieme, il culmine del piacere: dal sesso di Ambrosia, un caldo liquido inonda il viso di Gaio; dal membro di Gaio, la crema del desiderio resta gelosamente custodita nella bocca di Ambrosia che deglutisce tutto in un sol ingoio!

Poi, lei si avvicina a lui e lo bacia molto amorevolmente fino a cadere, insieme, in un altro sonno ristoratore.

Ormai il sole è tramontato da tempo e Gaio si sveglia di soprassalto. Controlla i cavalli, beve una coppa di vino e bacia con amore Ambrosia. Anche lei si sveglia e abbraccia dolcemente Gaio e piange: già si rende conto che presto dovranno tornare a casa a riprendere la loro vita quotidiana al servizio dei loro padroni. Quando si rivedranno?

Gaio, come a comprendere i grigi pensieri che attraversano la mente di Ambrosia, la accarezza dolcemente e sfiora le labbra con le sue: Ambrosia vuole godere di tutto il tempo loro rimasto e chiede a Gaio di regalarle uno dei suoi massaggi e poi, quando la luna alta nel cielo illumina il mare, di fare l’ultimo bagno della giornata.

Gaio si prodiga immediatamente ed estrae dalla sua sacca la crema alla lavanda adorata da Ambrosia. La invita e stendersi e inizia il suo massaggio. Ogni osso, ogni muscolo, ogni tendine, dietro e poi avanti, passano sotto le mani esperte di Gaio. E’ stanco ma vedere l’invitante corpo di Ambrosia gli comporta un fremito di desiderio. Inizia a massaggiare con il suo corpo quello di Ambrosia la quale, dal canto suo, lo accoglie senza timori.

Sono eccitati: il seno di Ambrosia chiama la lingua di Gaio che subito l’accontenta. L’amplesso è lungo, più del solito e Ambrosia lo gradisce, particolarmente, provando nuovi intensi piaceri. Ambrosia non vuol lasciar nulla al caso e si volta, posizionandosi a quattro zampe: ha un desiderio!

Ancora una volta Gaio la accontenta: esausto, infila il suo membro tra i glutei di Ambrosia che, dopo un breve intenso dolore, accoglie il sesso del suo uomo e inizia un frenetico movimento. Per Gaio non è la prima volta, vista l’attività che è costretto a esercitare alle terme. Il piacere gli procura un’intensa sensazione, più intensa del solito…

L’amplesso è denso, per entrambi: l’enorme seno di Ambrosia si muove freneticamente, avanti e dietro, sotto i sempre più violenti movimenti di Gaio che raggiunge un nuovo orgasmo. Ambrosia cade stremata sul giaciglio posto sotto la pineta, un brivido le attraversa il copro e invita Gaio a coprirla con il suo corpo. Sono in estrema simbiosi, si sentono l’uno parte dell’altra.

Ma il tempo di tornare a casa è giunto.

Dopo l’ultimo bicchiere di Falerno, rassettano le loro cose e cavalcano fino alle rispettive case: resterà un giorno unico, un giorno da ricordare per sempre, il primo giorno del loro indissolubile amore…

Daniele Mancini

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