venerdì, 29 Marzo 2024
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AL ULA E I NABATEI DELL’ARABIA FELIX

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Tra l’arido deserto e le montagne di Al Ula, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, il lavoro di un team di archeologi francesi e sauditi ha restituito i resti di di cinque siti relativi a remote dominazioni, quelle dei Regni di Dadan e Lihyan, che hanno governato la regione a cavallo tra l’VIII secolo e il I secolo a.C.

Al Ula, una destinazione turistica di punta sin dalla sua apertura nel 2019, è conosciuta principalmente per le maestose tombe scavate nella roccia di Madain Saleh, una città di 2000 anni fa realizzata dalle popolazioni nabatee, il popolo arabo preislamico che ha edificato anche Petra, nella vicina Giordania.

Per Abdulrahman Al-Sohaibani, che co-dirige la missione archeologica di Dadan, gli scavi di Al Ula, finalmente, potranno svelare diversi quesiti che hanno sulla storia di queste civiltà.

Secondo la Commissione Reale per il progetto, Dadan, già menzionata nell’Antico Testamento e il Regno di Lihyanita, uno dei più grandi del suo tempo, estendendosi da Medina, nel sud, ad Aqaba, nel nord nell’odierna Giordania, nell’arco di circa 900 anni circa di storia, controllavano rotte commerciali vitali ma le conoscenze giunte fino a noi sono veramente misere. Grazie agli scavi archeologici, il team spera di approfondire le conoscenze sui rituali di culto, sulla vita sociale e sull’economia.

Jerome Rohmer, un ricercatore del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica, conferma che gli scavi finora condotti nel sito di Al Ula erano stati limitati all’area principale del santuario e, finalmente, gli studiosi desiderano approfondire la cronologia del sito, la sua forma ed estenSione, la sua cultura materiale, la sua economia.

Sotto la spinta del principe ereditario Mohammed bin Salman per trasformare l’economia e la società dell’Arabia Saudita, Al Ula ha guadagnato un’importanza commerciale e turistica di notevole rilievo. Il Regno saudita, infatti, punta proprio sul turismo per il rilancio strategico del proprio territorio e cerca di aprirsi al mondo per diversificare la propria economia lontano dal petrolio.

Lo sviluppo di Al Ula fa parte di una mossa per preservare i siti del patrimonio pre-islamico al fine di attirare turisti non musulmani e rafforzare l’identità nazionale.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Saudi-US

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