martedì, 20 Maggio 2025
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AGGIORNAMENTO SUGLI STUDI EVOLUTIVI DELLA POPOLAZIONE DEI NATIVI AMERICANI

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Sia la storia orale dei nativi americani che i dati archeologici suggeriscono che gli agricoltori di alcune parti del Nord America iniziarono ad abbandonare importanti insediamenti come Mesa Verde in Colorado e Cahokia in Illinois qualche tempo dopo il 1150.

Un team di ricercatori guidato dall’archeologo Robert Kelly, professore emerito di archeologia presso l’Università del Wyoming, ha condotto un nuovo studio sulle  significative fluttuazioni nella popolazione indigena del Nord America prima del contatto con gli europei, utilizzando un database precedentemente assemblato di circa 100.000 datazioni al radiocarbonio provenienti da tutti gli Stati Uniti. I ricercatori hanno usato le date per tracciare i movimenti della popolazione e il declino demografico durante quest’epoca turbolenta, segnata da siccità, guerre e malattie. Secondo Kelly, era conosciuto che queste condizioni avevano guidato i cambiamenti demografici in diverse regioni, ma i dati al radiocarbonio forniscono un nuovo potente strumento per comprendere il declino della popolazione in tutto il continente.

Dopo aver suddiviso gli Stati Uniti in 18 bacini idrografici, il team ha analizzato la frequenza delle datazioni al radiocarbonio in ciascuna regione e ha dimostrato che un crollo demografico a cascata iniziò nella regione delle Montagne Rocciose centrali intorno all’800 d.C. e si accelerò in diverse regioni del Nord America centrale dopo il 1150.

L’analisi del team mostra che la popolazione dei bacini idrografici in California, nel Pacifico nord-occidentale, nei Grandi Laghi e nel New England in realtà aumentò nello stesso periodo. Questo è probabilmente attribuibile ai diversi gruppi umani che si spostarono dalle regioni colpite dalla siccità e dalla violenza verso le coste. Nonostante questi dati, le analisi del radiocarbonio suggeriscono che la popolazione complessiva dei nativi americani diminuì di almeno il 30% rispetto al picco precedente del fatidico 1150.

Kelly ritiene, dunque, che se gli europei fossero arrivati ​​300 o 400 anni prima, avrebbero incontrato una popolazione molto più numerosa: alcuni dei grandi centri come Cahokia avrebbero potuto schierare immediatamente un paio di migliaia di guerrieri sul campo di battaglia e gli europei non avrebbero avuto vita facile!

In questo studio, Kelly e il suo team hanno utilizzato un database ampio e aggiornato per analizzare le tendenze della popolazione native americane negli Stati Uniti continentali negli ultimi 2.000 anni. I loro risultati confermano un declino demografico diffuso, seppur con differenze regionali. Lo studio esclude che la causa di queste tendenze sia da attribuire al metodo di campionamento del radiocarbonio, fornendo una solida prova di importanti cambiamenti demografici avvenuti prima e dopo il contatto con gli europei.

La guerra può causare gravi cali demografici, ma un declino precolombiano del numero dei nativi americani non significa che fossero una “razza in via di estinzione”, come un tempo presumeva l’ideologia colonialista, affermano i ricercatori. Al contrario, come tutte le società umane, le popolazioni indigene hanno vissuto periodi di crescita, declino, migrazione e reinsediamento.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini 

Per ulteriori info: University of Wyoming

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