venerdì, 29 Marzo 2024
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STUDIO SU PARASSITI DELLE LATRINE MEDIEVALI SVELANO SEGRETI DELLA STORIA UMANA

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Un nuovo approccio radicale che combina archeologia, genetica e microscopia rivale le informazioni fino a oggi irreperibili sulla dieta umana, sull’igiene e sulle migrazioni dallo studio dei parassiti presenti nei rifiuti umani organici antichi: un attuale studio dell’Università di Oxford ha svelato importanti risultati!

I ricercatori del Department of Zoology and School of Archaeology dell’Università di Oxford hanno condotto delle analisi genetiche sui parassiti trovati nei campioni di scarichi residuali (le terre nere, ndr) di 700 anni or sono per comprendere la varietà delle caratteristiche della popolazione umana del periodo.

È la prima volta che questo approccio combinato di DNA parassitologico e antico DNA (aDNA) è stato applicato per comprendere l’epidemiologia dei parassiti storici. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of The Royal Society B, Biological Sciences.

I campioni dello studio sono stati raccolti dalle terre nere medievali di Lubecca, in Germania, in cui sono stati rinvenuti i cosiddetti parassiti “corazzati”, nematodi e uova di cestodi (tenie), che hanno gusci duri resistenti al tempo e alla decomposizione, preservandone perfettamente il loro DNA.

Adrian Smith, che ha condotto la ricerca, ritiene che questo nuovo approccio potrebbe essere fondamentale come strumento indipendente per lo studio delle abitudini dei gruppi umani antichi. I parassiti possono vivere nell’uomo per oltre dieci anni o più e vengono depositati ovunque le persone si spostassero.

L’analisi mostra che un numero elevato di cestodi (tenie) sono stati trovati nelle latrine della Lubecca medievale, uno dei principali centri commerciali del mondo durante il Medioevo. E’ noto che i pesci d’acqua dolce sono una fonte per i cestodi e i ricercatori hanno potuto dedurre che a Lubecca avevano una dieta ad alto contenuto di pesce d’acqua dolce che non era sempre mangiato cotto, una pratica distinta rispetto alle altre regioni.

Ulteriori analisi rivelano che intorno al 1300-1325 vi è stato uno spostamento dal parassita derivato dal pesce a un parassita bovino, indicando un cambiamento nella dieta, nella cultura culinaria e nelle fonti alimentari, interrompendo il ciclo di vita del cestode di pesce d’acqua dolce. È interessante notare che lo spostamento delle abitudini alimentari coincide con l’aumento dell’industria della concia e della macelleria e l’inquinamento da parassiti potrebbe aver interferito con il ciclo di vita dei parassiti stessi derivati ​​dai pesci.

Le sequenze di aDNA dei nematodi che sono state trovate in molti siti archeologici, dunque, hanno anche  i ricercatori a identificare che Lubecca conteneva la più diversificata popolazione di parassiti. Questo è coerente con la sua importanza commerciale e l’alto livello di connettività con altri luoghi: significativamente, il porto di Bristol medievale, la seconda località più diversificata a livello di aDNA, supporta un concreto collegamento con Lubecca!

Secondo il team di ricercatori è possibile utilizzare questo approccio per comprendere molto sui livelli di igiene, lo stato di salute delle popolazioni, le pratiche dietetiche e la connettività tra i diversi siti. Questo potrebbe essere di particolare importanza per le popolazioni in cui i documenti storici classici sono considerati poveri o insufficienti.

L’ambizione di Adrian Smith e i suoi colleghi è, dunque, quella di sviluppare una mappa archeoparassitologica molecolare dell’Europa attraverso il tempo e lo spazio, usando proprio i parassiti per ottenere informazioni sui gruppi umani di particolari periodi.

 

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Per ulteriori info: Università di Oxford e ROYAL SOCIETY PUBLISHING

 

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