venerdì, 19 Aprile 2024
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RARA MONETA D’ORO RINVENUTA SUL MONTE SION A GERUSALEMME

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Posizionamento del Monte Sion a Gerusalemme
Posizionamento del Monte Sion a Gerusalemme

Anche se l’Impero Romano occupò Gerusalemme, diffondendo la valuta pecuniaria tipica del periodo, si deve riscontrare che le monete provenienti dall’antica capitale ebraica sono pervenute a storici e archeologi solo attraverso collezionisti, quindi completamente decontestualizzate! Un’eccezione è una moneta d’oro recentemente rinvenuta presso gli scavi archeologici di alcune ricche case sacerdotali del I secolo d.C. sul Monte Sion, il monte sul quale sorse il nucleo originale di Gerusalemme.

Datata al 56 d.C., potrebbe essere il residuo di uno dei saccheggi perpetrati al momento della distruzione della città, nel 70 d.C. La scoperta della rara moneta d’oro con l’immagine dell’imperatore romano Nerone ad opera del team della University of North Carolina di Charlotte è stata annunciato dagli archeologi incaricati del progetto, Dott. Shimon Gibson, James Tabor, e Rafael Lewis. “La moneta è eccezionale”, ha detto Gibson, “perché questa è la prima volta che una moneta di questo tipo sia stata rinvenuta a Gerusalemme, in uno scavo scientifico. Le monete come questa si trovano, di solito, solo in collezioni private, in cui non si ha una chiara evidenza del luogo preciso di provenienza”.

L’aureus mostra, sul dritto, il ritratto a capo scoperto del giovane Nerone. La legenda riporta NERO CAESAR AVG IMP. Sul rovescio  vi è una rappresentazione di una corona di quercia contenente le lettere EX SC, mentre sulla legenda compare l’iscrizione PONTIFEX MAX TR P III. ” È importante sottolineare come queste iscrizioni aiutino a capire la data in cui la moneta è stata emessa, tra il dicembre del 56 e il dicembre del 57 d.C. (ndr). L’identificazione  è stata effettuata dallo storico e numismatico, David Jacobson da Londra.

L'Aureo rinvenuto
L’Aureo rinvenuto

La moneta risale a poco più di un decennio prima della distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani, nel 70 d.C., ed è stato trovata tra le macerie di ville del I sec. d.C. Il team ha ipotizzato che le grandi abitazioni potrebbero esser appartenute a ricchi membri della casta sacerdotale e la stessa moneta potrebbe provenire da una delle loro casseforti. Afferma Gibson: “Questi edifici appartenevano al quartiere sacerdotale e aristocratico della città di Gerusalemme. Da un grande palazzo provengono camere molto ben conservate, una piscina rituale erbraica (mikveh) e un bagno termale, entrambi con i loro soffitti intatti”.

Questo palazzo e un altro simile, sono stati completamente distrutti da Tito e dalle legioni romane quando Gerusalemme fu rasa al suolo. E’ probabile che, a causa del valore intrinseco della moneta d’oro, sia stata ben nascosta in vista della distruzione della città e, pertanto, è riuscita a sottrarsi ai predoni e ai saccheggi dei soldati romani. “E’ un bene prezioso e non sarebbe stato gettato via come spazzatura o caduto casualmente. E’ ipotizzabile che sia finito al di fuori di queste strutture nel caos avvenuto durante le distruzioni”, secondo Gibson.

Testa di Nerone conservata presso i Musei Capitolini
Testa di Nerone conservata presso i Musei Capitolini

L’aureo con l”immagine di Nerone è significativo in quanto mostra la presenza capillare dell’occupazione romana e fornisce una data circa l’occupazione delle ricche residenze. Non ci sono prove storiche che Nerone abbia mai visitato Gerusalemme. Tabor ha sottolineato, invece, che la moneta è datata nello stesso anno dell’ultima visita di San paolo a Gerusalemme, quella che ne ha provocato il suo arresto (con l’accusa di cercare di convertire i “Gentili” nel Tempio) e l’incarcerazione a Cesarea. Ultimo della linea Giulio-Claudia, Nerone fu imperatore romano per quattordici anni (54-68 d.C.): aveva la reputazione di essere un tiranno e si è a lungo creduto che sia stato responsabile del devastante incendio del 64 d.C. che ha provocato la distruzione di gran parte di Roma.

Il progetto archeologico della University of North Carolina di Charlotte ha portato alla luce molti altri reperti significativi durante la stagione estiva 2016 e il lavoro presso il sito sarà ripreso il prossimo anno.

Tradotto e rielaborato da Daniele Mancini

Fonti e ulteriori approfondimenti: sciencedaily.com e University of North Carolina

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