venerdì, 19 Aprile 2024
Viaggi&Turismo

MARIA ASSUNTA RACCONTA… CAPODANNO A DJERBA!

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Pensavate che la nostra amica Maria Assunta Maccarone si fosse dimenticata di noi? Donne e uomini di poca fede… Ecco la sua ultima perla: il racconto di un Capodanno a Djerba: e non è in cinepanettone! Buona lettura.


Capodanno 2014. Prenotazione dell’ultimo minuto per un nuovo Paese da esplorare a modo nostro (sua e di suo marito Antonio, ndr) con un’auto e tanta voglia di parlare con la gente, osservare e condividere con sconosciuti emozioni, sapori, relax, colori, feste e tradizioni!

Volo di linea Fiumicino – Tunisi: tutto fila liscio fino alla capitale tunisina quando, aspettando il volo per Djerba non è chiaro a che ora si partira’… Qui sembra come se si dovesse riempire un taxi collettivo e finché non si riempie si aspetta. “Fortunatamente” dopo “sole” quattro ore di attesa partiamo alla volta di Djerba e con circa 45 minuti eccoci arrivati a destinazione. Mia cognata e la figlia che stavolta ci accompagnano nelle nostre avventure, sono state meno fortunate: avendo prenotato il volo successivo, ci raggiungono in hotel con ben otto ore di ritardo, quando sono le 22.30 col rischio di saltare la cena!

Abbiamo imparato, a nostre spese, che e’ meglio o volare con un charter direttamente a Djerba oppure da Tunisi, affittare un’automobile e raggiungere l’isola ben collegata con strade comodamente percorribili e con indicazioni perfette. Solo l’illuminazione pubblica lascia un po’ a desiderare.

Arrivati in hotel restiamo stupiti positivamente dalla bellissima hall che sembra l’interno di una moschea, l’arredamento etnico in ratan e il personale gentile e accogliente. Direi ottimo rapporto qualità/prezzo. Le stanze sono grandi, luminose, con vista mare, pulite e anch’esse arredate in un semplice stile etnico. Ogni sera una diversa cena a buffet onorano cucine etniche africane ed europee; colazione altrettanto assortita ed abbondante.

Il giorno successivo, dopo aver contrattato il noleggio dell’auto (e si, anche quello si contratta…) prendiamo il nostro “fiorino” (l’ultimo mezzo rimasto e credo sia un mezzo ad uso dell’hotel…) iniziando il nostro piccolo tour.

Ci dirigiamo verso Houmt Souk, la capitale, dove trascorriamo alcune ore tra mercatini di spezie, ceramiche, ciabatte fabbricate a mano ed altre mille chincaglierie. Ma noi “golosastri” siamo ammaliati dal profumo delle pasticcerie e ci sediamo ad un bar ad aspettare un sensazionale tè alla menta con dolcetti di pasta di mandorle guarniti con pistacchi e pinoli cosi piccoli e graziosi da sembrare fiori!

Tornando verso l’hotel, visitiamo il Fort Ghazi Mustafà, la fortezza aragonese, ben tenuta e molto interessante.

La domenica, dopo la ricca e gustosa colazione, ci dirigiamo verso il ponte romano che collega la terra ferma con l’isola di Djerba e li’ troviamo un posto di blocco quindi, tornando indietro, visitiamo la cittadina di Guellala, nota per le numerose fabbriche di ceramiche e giare ed il Museo delle arti e tradizioni dell’Isola di Djerba, molto ben organizzato, che riproduce scene di vita quotidiana, feste, tradizioni. Unico neo: tutte le statue sono di cera tranne due poveri cammelli in carne ed ossa legati uno al buio ed uno sotto il sole intorno alle macine di pietra delle olive e del grano! Una vera e propria violenza!

Andiamo via con un po’ di tristezza e raggiungiamo Sedouikech dove ci fermiamo in un “ristorantino” a consumare un polletto allo spiedo, due cous-cous preceduti da antipastini piccantissimi e, per finire, tè alla menta servito con il vassoio d’argento dalla moglie del proprietario direttamente da casa sua! Piuttosto che farsi dire di “no”, riescono a servirti tutto ciò che chiedi! Il pomeriggio visitiamo la Sinagoga di El Ghirba, una delle più antiche e famose del Mediterraneo. Il monastero annesso ha le fondamenta risalenti addirittura al 584 a.C.

La Ghirba e’ un vero e proprio museo religioso: custodisce infatti numerosi oggetti di culto, testimonianza di una minoranza ebraica che vi abita da secoli o addirittura da millenni.

Nella mega hall dell’hotel festeggiamo l’arrivo del nuovo anno nella baraonda e nella moltitudine di razze, danze, costumi e fuochi d’artificio a bordo piscina sotto una pioggerella fastidiosa ed insistente.

Il giorno dopo ritorniamo a Houmet Souk, la capitale dell’isola, per perderci nella Medina e confonderci con gli abitanti del posto negli odori e nei sapori solo chi è stato nei paesi arabi può capire…

Vorremmo visitare la Moschea El Ghibra, ma è chiusa per visitatori che non praticano la loro religione e un po’ delusi torniamo in hotel dove ci aspetta uno spettacolo con i serpenti addormentati: poveri animali!  Sono fuggita a gambe levate non appena l’incantatore è arrivato tra il pubblico!!

Finalmente il mattino dopo decidiamo di superare l’antico ponte romano di El Kantara che collega l’Isola di Djerba con la terra ferma; si trova nella zona sud-orientale dell’isola ed è lungo circa 6 km. I romani decisero di costruire qui il ponte sia per la vicinanza all’antica capitale Meninx che per i bassi fondali marini presenti.

Ci inoltriamo fino a Gabes per visitare la città, moderna e piena di giovani universitari che affollano i fast food all’ora di pranzo e si riversano poi sulle strade in un caos tipicamente piacevole. Sulla via del ritorno ci fermiamo a Medenine dove, seduti all’aperto in mezzo a decine di tavoli occupati da soli uomini che discutono e fumano tabacco,  assaporiamo di nuovo un tipico tè alla menta ormai rito comune delle cinque del pomeriggio. Ormai buio ritorniamo verso Djerba e riprepariamo i bagagli perché il viaggio sta per volgere al termine.

L’ultimo giorno visitiamo la città di Zarzis, a meno di 30 Km a Sud di Djerba, porto di fondamentale importanza per lo sviluppo della Tunisia. Porto del Mediterraneo realizzato dai Fenici e successivamente  passato sotto il dominio romano ed infine arabo. Da vedere,  oltre logicamente al porto, gli antichi mercati,  le fortezze,  le moschee e gli scavi archeologici.

In hotel ci attende un signore che ormai ci credeva partiti. Gli riconsegniamo l’auto e, percorrendo una strada diversa da quelle conosciute da noi ormai girovaghi dell’isola di Djerba,  ci accompagna all’aeroporto passando per il negozietto anonimo che ha appena sfornato il pane per la cena. Torniamo a casa dopo una sosta notturna a Tunisi pieni di nuove energie e di propositi per affrontare il nuovo anno.

Maria Assunta Maccarone

Foto di Maria Assunta Maccarone

Maria Assunta

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